Il farmaco per lo scompenso cardiaco Digossina è stato correlato a morte prematura

shutterstock_93990613Un’estesa meta-analisi di 19 studi eseguita dalla tedesca Goethe-Universitat ha mostrato che la digossina, un farmaco di prima scelta nel trattamento dello scompenso cardiaco, in realtà aumenta il rischio di morte. In questo studio sono stati valutati 235,000 casi di scompenso cardiaco.

Nonostante la digossina sia nota per i suoi benefici, è conosciuta anche per le sue potenziali complicanze. È un farmaco difficile da controllare e il suo effetto è imprevedibile. Distinguere tra la comparsa di effetti avversi e quindi necessità ridurre la dose e un peggioramento della malattia, quindi necessità di aumentare la dose, non è semplice. Le complicanze a lungo termine includono la tossicità, per via di un’eliminazione lenta dall’organismo.

Anche se questo studio sembra affidabile vista l’ampiezza del campione in esame, ci sono comunque molte incertezze. Ad esempio, non è uno studio randomizzato controllato, cioè il farmaco non è stato prescritto ad una parte dei soggetti in modo randomizzato. I risultati non sono stati corretti per le ragioni per cui non è stato assunto il farmaco. È possibile che il farmaco sia stato rifiutato da pazienti con una forma lieve di scompenso, mentre i pazienti con forme più severe siano stati più disposti ad accettare i rischi del farmaco. Quest’ultimo gruppo di pazienti aveva quindi un rischio più alto a priori di cardiopatia letale. Inoltre, il follow-up in media era di soli 2,5 anni. Seguire i pazienti più a lungo potrebbe evidenziare qualcosa di diverso.

La digossina viene prescritta a milioni di persone. Se effettivamente riduce l’aspettativa di vita nei pazienti cardiopatici, deve essere rivalutato il suo uso. In ogni caso, serviranno ulteriori ricerche per confermare o meno l’ipotesi che la digossina influenzi negativamente la prognosi.

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